Andrea Accorsi sarà presente il 7 novembre al convegno
Racconterà la sua esperienza di recupero attraverso la corsa

Sabato 7 novembre, al Centro culturale Aldo Moro di Cordenons, per il X° simposio multidisciplinare "Un farmaco straordinario: lo sport" (organizzato da Triathlon Team Cordenons con l'Assessorato regionale allo sport) sarà presente

ANDREA ACCORSI

ultramaratoneta che, otto anni fa, è stato vittima di un incidente stradale causa il quale ha perso la memoria. Presenterà la sua esperienza di recupero attraverso la corsa con il libro che ha scritto "12 ore", il cui ricavato è destinato a un progetto sanitario attivo anche nella provincia di Udine.

Insieme a quello di Andrea (partecipante anche all'edizione 2009 di Magraid, la corsa nella steppa, insieme alla moglie Monica Barchetti, che ha vinto la classifica femminile) saranno presentati anche i casi scientifici di trapiantati e nefropatici che hanno saputo affrontare con coraggio corse sulle lunghe distanze.

Ecco il racconto di Andrea

“12 ORE” è una storia che nasce da un evento. Otto anni fa sono stato vittima di un incidente che ha radicalmente modificato le mie abitudini di vita e le angolature dalle quali sbirciare il mondo intorno. Mi sono risvegliato in un letto di ospedale, totalmente privo di memoria. Il mio passato era andato perduto ed il presente assumeva la foggia del buio.
Il percorso di riabilitazione e tutto ciò che ne è conseguito, si è correlato parallelamente ad un nuovo amore: la corsa.
All'interno di questo percorso ho ritrovato parte di me stesso e, soprattutto, qualcosa di nuovo.
Ci sono voluti anni per mettere in opera questo processo. Pianti, urla, ma anche l'immensa gioia di ritrovare un anello perduto che mi riconducesse alla vita. Ho deciso dopo alcuni anni di scrivere questa storia con un meccanismo che potesse creare un piano doppio di lettura: la vita e la corsa. All’interno di una gara della durata di 12 ore, a cui ho realmente partecipato, si snodano vicende legate al vissuto, in contrapposizione e analogia con momenti cruciali della corsa. Non è semplice mettere a nudo sé stesi, ma io scrivo principalmente per liberare delle emozioni. A volte, mi sono reso conto che non ho sufficiente coraggio per farlo attraverso il dialogo e in altri casi è proprio la mancanza dell’interlocutore a precludermi la comunicazione. Il nostro mondo gira ad una velocità in cui ascoltare è un lusso, in termini di tempo e d’impegno, che pochi si concedono. Ecco allora che la scrittura può diventare un veicolo per raggiungere un collettivo più ampio. Ho sempre pensato che un’emozione deve poter volare libera e se anche raggiungerà il cuore di una sola persona, avrà già ottenuto un grande traguardo. Non voglio andare oltre, per non togliervi il gusto della scoperta.
Naturalmente non tutto corrisponde agli eventi reali e la volontà di vestire questo racconto con una guisa romanzata è frutto del fatto che reputo la sdrammatizzazione, il modo migliore per raccontarsi.
La didascalia nel retro del libro recita : " La vita è un sentiero dove luci e ombre si sovrappongono. A volte il bisogno di fare ordine tra le note delle sue melodie, diventa una necessità. Possono volerci giorni, mesi o anni. A volte bastano "12 ORE".