Il racconto dell'Ironman Andrea Emozioni, fatiche e soddisfazioni direttamente dall'isola hawaiana di Kona Purtroppo la gara non é andata come desideravo, la mia precaria preparazione non é bastata per lottare con i migliori. Dopo un nuoto discreto, ho iniziato una buona bici e fino al giro di boa ho pedalato bene. Il caldo e il sole non hanno mai dato tregua, e verso il 100 km, quando tentavo di spingere un pó, dei crampi ai quadricipiti mi dicevano di lasciar perdere.
Quindi ho optato per il piano "B" e ho tentato di arrivare in t2 massacrato il meno possibile. Cosa non facile visto che al 130 km é iniziato un vento forte che non aiutava per niente. Comunque arrivato alla corsa, dopo un cambio piú o meno veloce, ho iniziato la maratona. Faceva caldissimo, il sole prosciugava le mie riserve, e i primi km sono stati molto duri. Solo dopo il 10 km ho iniziato a correre con un buon ritmo, ormai sapevo che l'obiettivo era tagliare la linea del traguardo non importando piú la posizione. È stata dura, i pochi km fatti a piedi durante l allenamento si facevano sentire, ma ho tenuto duro.
Kona non perdona, bisogna essere al 100 %, vedere atleti distesi al suolo incoscienti certo non aiuta, bisogna tentare di non oltrepassare i propi limiti, bisogna comunque riuscire ad essere un finisher. Dopo 11 ore e alcuni minuti sono riuscito a tornare nella alii drive e ad alzare le braccia sorridente mentre passavo sotto lo striscione d arrivo. Se penso che a metá luglio non riuscivo a camminare,é stata comunque un buon risultato, due mesi di allenamento e una ottima fisioterapiasta mi hanno rimesso in piedi. Sono comunque soddisfatto. Adesso un pó di riposo e dopo si ricomincia, per il 2010 ho giá l'iscrizione per l'Ironman in Utah il 1 di maggio, dove tenteró di riprendere la qualifica per tornare a lottare con i migliori in quel di Kona. |